TMT Therapy

La TMT-Therapy® è una innovativa Terapia Medica che utilizza Campi Magnetici Statici. Rappresenta il frutto del lavoro di 15 anni di ricerca in ambito clinico del Poliambulatorio Gemini e Centri ad esso collegati, pertanto unicamente fruibile presso le medesime Strutture.

Domande più frequenti riguardo la TMT Therapy

Questo articolo è rivolto ai nostri Pazienti. Vuole pertanto utilizzare un linguaggio semplice e comprensibile di reale e concreta comprensione.

La TM-Therapy® o TMT (Technical MagnetsTherapy o Terapia con la Tecnica dei Magneti) è una Terapia Medica che rappresenta un innovativo sistema di trattamento per tutte quelle problematiche inquadrabili nell’ambito della Riprogrammazione Posturale e Riabilitazione Sportiva.
La TMT utilizza campi magnetici statici sotto forma di Sensori al Neodimio che si presentano in placche circolari del diametro di 30 e 40 mm, le quali vengono applicate sulla pelle con l’ausilio di un cerotto medicale.
E’ bene chiarire che la TMT poco ha in comune con la magnetoterapia classica (intesa come terapia che utilizza campi magnetici mediante apparecchiature medicali), perlomeno nei suoi principi fondamentali e nelle tecniche di utilizzo.
Tali caratteristiche la contraddistinguono  e la rendono unica.
Risulta fondamentale sottolineare che la TMT utilizza campi magnetici statici e non campi elettromagnetici.
Tale differenza si concretizza in particolar modo nelle precauzioni d’uso e nei possibili effetti collaterali che i campi elettromagnetici possono presentare, mentre ne sono totalmente esenti i campi magnetici statici.
La TMT rappresenta il risultato di circa 15 anni di lavoro e di ricerca, clinica e sperimentale, del Poliambulatorio Gemini e del suo settore di ricerca GeminiLab.
La TMT risulta in linea con le direttive emanate dall’ ICNIRP (International Commission Non Ionizing Radiation Protection),  dal WHO (World Health Organization), dall’ IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) e dall’ EHC (Environmental Health Criteria).
La TMT è validata da un lungo periodo clinico di ricerca e di utilizzo, nonché da pubblicazioni scientifiche.
La TMT è protetta da brevetto e marchio.

Previa accurata visita posturale dalla quale emerge un quadro diagnostico delle problematiche specifiche del Paziente e dopo aver espletato il corretto aspetto informativo vengono applicati i Sensori al Neodimio, dando così inizio al trattamento.
Il Paziente lascia lo Studio con i Sensori applicati sul corpo (e questa è già una fondamentale differenza con altre terapie) e la sua vita personale e sociale prosegue senza alcuna variazione, precauzione od impedimento.
L’unico accorgimento richiesto è l’asciugatura accurata del cerotto, non del magnete, dopo immersione in acqua (in genere utilizzando phon da capelli).
Di norma l’intervallo di tempo, fino al successivo appuntamento, corrisponde a 15 giorni e le sedute necessarie variano da 3 a 5 a seconda della  problematica e della complessità che il Paziente presenta.
Una volta terminata la fase di Riprogrammazione si attua un programma di mantenimento con richiami di singole sedute ogni 4-6 mesi.
Viene prevista, nel contesto della visita, un’accurata valutazione strumentale podalica e, se necessaria, la realizzazione di ortesi plantari posturali individuali.
Nel contesto delle visite è presente tecnico specialista del piede.

Appare doveroso limitare la nostra spiegazione per rendere comprensibili concetti altrimenti complessi.
Per semplificare possiamo affermare che il campo magnetico, in generale, presenta un potente affetto antinfiammatorio oltreché riorganizzativo a livello tissutale e cellulare.
Tale effetto è positivamente e largamente riscontrabile nei trattamenti con la TMT.
La TMT opera attraverso due meccanismi ben distinti:

  • -azione antinfiammatoria mirata, utilizzando i Sensori in maniera singola
  • -azione bio-meccanica, utilizzando i Sensori a coppie contrapposte, sia con effetto attrattivo che repulsivo

Tale secondo aspetto rappresenta la caratteristica fondamentale della TMT nonché la sua prerogativa terapeutica assolutamente unica ed inedita.

Come già riportato l’ambito della TMT risulta la Riprogrammazione Posturale e Riabilitazione Sportiva.
La TMT trova indicazione nelle problematiche ossee, articolari e muscolari dell’intera struttura corporea.
Sia in ambito prettamente disfunzionale che sportivo. Indichiamo qui di seguito, schematicamente, le principali indicazioni:

  • cervicalgie e cervico-brachialgie
  • dorsalgie-lombalgie, lombo-sciatalgie e lombo-cruralgie
  • gonalgie e gonartrosi
  • patologie della colonna
  • patologie fisiatriche, ortopediche, neurochirurgiche
A soggetti in crescita, adulti e terza età.
Disfunzionali e sportivi.
Pre-chirurgici e post-chirurgici.

Poche sono le controindicazioni alla TMT.
Gravidanza presunta o accertata, portatore di Pace-Maker, presenza di parti metalliche nel corpo ed intolleranza al cerotto medicale utilizzato.
Ricordiamo che la TMT utilizza campi magnetici statici e non campi elettromagnetici, con le differenze sopra indicate, in particolar modo nelle precauzioni d’uso e nei possibili effetti collaterali che i campi elettromagnetici possono presentare, mentre ne sono totalmente esenti i campi magnetici statici.

Unicamente presso le Strutture Gemini e la Clinica Santa Apollonia in Bergamo.

Elenchiamo qui di seguito alcuni consigli di uso pratico all’uso della TMT per i nostri Pazienti.
  1. Per qualsiasi urgenza contattare il numero di Servizio Pazienti, anche con sms.
  2. Ricordarsi che parliamo di campi magnetici e quindi i Sensori si comportano in tutto e per tutto come magneti; si attaccano a parti metalliche ed attraggono oggetti di metallo.
  3. Come ben spiegato nella visita preliminare, apparenti iniziali disturbi vanno considerati normali e non devono preoccupare; in situazioni comunque anomale avvisare lo Studio.
  4. Il “lato di lavoro” del Sensore, quello che sta a contatto della pelle attraverso il cerotto medicale, è sempre quello “liscio”.
  5. Consigliamo di utilizzare come cerotto il modello LEUKOPLAST 5cm. x 5cm. della ditta BSN. Solo in casi di accertata intolleranza a questo tipo di cerotto è indicato sostituirlo con altri definiti “anallergici” (in genere di tipo cartaceo e di colore bianco) che però presentano una tenuta fortemente inferiore, specialmente all’acqua. Si consiglia, all’inizio della Terapia, di comprarne preventivamente un rotolo da utilizzare in caso di necessità.
  6. Se il cerotto si “scolla” aggiungere nuovo cerotto prima che il Sensore si stacchi completamente.
  7. Se il Sensore si è staccato completamente non riposizionare ed avvisare lo Studio; non vi è comunque alcuna urgenza.
  8. In caso di distacco dei Sensori questi non vanno “sbucciati” (puliti) ma mantenuti con il loro cerotto originario e avvicinati fra loro con estrema attenzione, in quanto la forza attrattiva è forte, frapponendo tra loro del materiale tipo carta/cartone come separatore. Non permettere ai bambini di giocare con i Sensori.
  9. I viaggi in aereo non sono un problema; richiedere la Carta Viaggi ove si giustifica la Terapia e si autorizza il Paziente.
  10. Si raccomanda di asciugare perfettamente i Sensori dopo contatto con acqua.

Domande più frequenti riguardo i Campi Magnetici

Abbiamo più volte sottolineato in questo sito che la TMT utilizza campi magnetici statici e non campi elettromagnetici.
Poiché poco materiale scientifico esiste riguardo l’utilizzo dei campi magnetici statici in ambito terapeutico, a miglior comprensione e forse curiosità dei nostri Pazienti riportiamo qui di seguito alcune informazioni riguardo i campi elettromagnetici.
Campi elettromagnetici che, seppur diversi e lontani dal p.d.v. delle caratteristiche e delle interazioni biologiche e biofisiche dai campi magnetici statici utilizzati nella TMT, danno un idea dello stato dell’arte, degli utilizzi e delle normative vigenti.

Le informazioni tecniche contenute in questo articolo sono tratte da:
“Campi Elettromagnetici – Effetti sull’uomo e sulle apparecchiature” promosso da Ministero dello Sviluppo Economico Comunicazioni in collaborazione con Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

Una componente fondamentale dell’universo in cui viviamo sono le cariche elettriche.
Tra le moltissime cariche presenti in ogni mezzo materiale si manifestano forze complicate, che possono essere misurate, nel loro insieme, attraverso una grandezza detta campo elettrico.
Se le cariche si muovono, si creano altre forze misurate mediante una grandezza diversa, il campo magnetico.
In molti casi i due campi sono strettamente collegati e si parla pertanto di campo elettromagnetico.
Campi elettrici e magnetici esistono in natura e sono responsabili, ad esempio, dei fulmini e dell’orientamento delle calamite.
Ma la maggior parte dei campi presenti nell’ambiente sono artificiali e legati a diverse tecnologie elettriche ed elettroniche.
Facendo, infatti, oscillare regolarmente delle cariche a una determinata frequenza si può trasportare energia attraverso dei conduttori o trasmettere segnali nello spazio senza bisogno di fili.
In linea di principio, qualunque carica elettrica, e quindi qualunque sistema il cui funzionamento dipende dall’elettricità, può risentire dell’azione dei campi elettromagnetici presenti nell’ambiente e subire così un’interferenza.
Poiché con lo sviluppo tecnologico sono aumentate enormemente le sorgenti di campo elettromagnetico, il problema delle interferenze è diventato cruciale.
La domanda che si pongono i cittadini – ma anche scienziati e tecnici – è se, come e in quali circostanze, i campi elettromagnetici possano agire sulle apparecchiature elettriche, ma anche su sistemi viventi compreso l’uomo.
Certamente sì. Il nostro corpo, e tutti i suoi organi, è ricco di cariche elettriche che, con la loro distribuzione e il loro movimento, regolano moltissimi processi fisiologici.
Ad esempio, l’addensamento di cariche alle estremità delle cellule nervose dà luogo a una scarica che, a sua volta, determina la stimolazione nervosa.
Come altro esempio, il passaggio di cariche elettriche, sotto forma di ioni, attraverso la membrana cellulare costituisce il veicolo per la trasmissione di segnali tra la cellula e l’ambiente che la circonda.
Correnti elettriche interne sono anche create dal flusso del sangue, che è molto ricco di ioni e quindi trasporta con sé un gran numero di cariche.
Le cariche elettriche libere possono essere messe in moto da un campo elettrico o magnetico esterno. Si creano in tal modo delle correnti elettriche indotte, che si sovrappongono a quelle endogene, cioè generate dallo stesso organismo umano.
Esistono anche coppie di cariche strettamente legate, di uguale intensità ma di segno opposto, chiamate dipoli elettrici. Sotto l’azione di un campo elettrico alternato a bassa frequenza (la frequenza rappresenta il numero di oscillazioni al secondo) questi dipoli vengono messi in oscillazione, in sincronia con il campo esterno. Ad alta frequenza, il movimento delle cariche viene però ostacolato dall’attrito con le molecole circostanti e l’energia ceduta dal campo esterno viene così trasformata in un moto disordinato delle molecole, cioè in calore.
Per questo motivo, i relativi effetti vengono detti effetti termici.
Riassumendo, i campi elettrici e magnetici a bassa frequenza creano nel corpo umano delle correnti indotte, mentre nel caso dei campi ad alta frequenza l’energia elettromagnetica viene assorbita dai tessuti e dissipata come calore, con un aumento della temperatura generale o locale, secondo ché venga esposto l’intero corpo o solo alcuni organi.
Un campo elettromagnetico provoca sempre e comunque una risposta dell’organismo umano.
Questa non è una proprietà particolare dei campi elettromagnetici: il nostro organismo reagisce a qualunque stimolo ambientale, come il rumore, la luce (che, tra l’altro, è una forma di radiazione elettromagnetica), i cambiamenti di temperatura, la presenza di sostanze chimiche, naturali o artificiali.
Il problema che si pone è quello di determinare se queste risposte costituiscano o meno un pericolo per la salute.
In questo senso è importante distinguere tra effetti biologici e effetti di danno alla salute (o effetti sanitari).
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un effetto biologico si verifica quando l’esposizione provoca qualche variazione fisiologica notevole o rilevabile in un sistema vivente.
Un effetto di danno alla salute si verifica quando l’effetto biologico è al di fuori dell’intervallo in cui l’organismo può normalmente compensarlo, e ciò porta a qualche condizione di detrimento della salute. La ricerca scientifica ha individuato con chiarezza alcuni effetti sanitari dei campi elettromagnetici, dovuti ad un eccessivo aumento della temperatura, superiore alle normali variazioni fisiologiche.
Questi effetti termici si manifestano solo quando l’intensità del campo supera determinati livelli di soglia su cui si basano le norme di protezione.
Questi livelli sono superiori a quelli che si incontrano normalmente nella vita quotidiana e molto superiori, in particolare, a quelli a cui si può essere esposti da parte di antenne di trasmissione radio o televisiva e, ancor più, da parte delle antenne (dette stazioni radio base) della telefonia cellulare e di altre tecnologie emergenti, come il WiFi e il WiMax.
Alte esposizioni possono verificarsi solo in specifiche situazioni lavorative in cui gli operatori sono vicini ad apparecchi di alta potenza.
Negli ultimi anni, si è molto discusso sulla possibilità che un’esposizione anche a bassi livelli di campo elettromagnetico, ma prolungata nel tempo (ad esempio se si hanno campi apprezzabili in casa, oppure se si utilizza molto il telefono cellulare), possa dare luogo a malattie degenerative, ed in modo particolare al cancro.
Questa ipotesi trae origine da alcune indagini epidemiologiche che riguardavano però i campi magnetici generati da linee ad alta tensione e dispositivi elettrici alla frequenza di rete (50 Hz) e i cui risultati non possono essere estrapolati ai campi a radiofrequenza (RF) che, oscillando a milioni di hertz, hanno caratteristiche fisiche e meccanismi di interazione del tutto diversi.
Per quanto riguarda questi ultimi, infatti, le ampie ricerche condotte da diversi decenni non hanno evidenziato effetti biologici di rilievo, e a maggior ragione effetti di danno alla salute, ai normali livelli di esposizione del pubblico.
A seguito del rapido sviluppo della telefonia cellulare, le ricerche in questo settore si sono enormemente intensificate negli ultimi anni, portando alla pubblicazione di centinaia di studi a carattere fisico, biologico e epidemiologico.
Anche se alcuni di questi studi hanno suggerito la possibilità di qualche effetto biologico, peraltro da verificare, una valutazione complessiva dei dati non indica rischi per la salute, confermando ulteriormente le valutazioni già espresse da diverse fonti.
Significativi in proposito sono i “Promemoria” per il pubblico prodotti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e disponibili al sito www.who.int/emf.

Già nel 1998 l’OMS osservava che: “una revisione dei dati scientifici […] ha concluso che, sulla base della letteratura attuale, non c’è nessuna evidenza convincente che l’esposizione a RF abbrevi la durata della vita umana, né che induca o favorisca il cancro”.

Nel 2006 la stessa organizzazione confermava la propria valutazione notando che: “negli ultimi 15 anni, sono stati pubblicati vari studi che esaminavano una possibile relazione tra trasmettitori a radiofrequenza e cancro. Questi non hanno fornito nessuna evidenza che l’esposizione ai campi generati dai trasmettitori aumenti il rischio di cancro. Così pure, gli studi a lungo termine su animali non hanno accertato aumenti nel rischio di cancro dovuti all’esposizione a campi a radiofrequenza”.
Analoghi giudizi sono stati espressi da numerose altre organizzazioni o gruppi di esperti internazionali.

Sì. Numerosi paesi hanno adottato leggi o regolamenti basati sui risultati di numerosi studi scientifici.
Nelle grande maggioranza dei casi, i governi hanno fatto proprie le raccomandazioni della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP), un gruppo indipendente di esperti formalmente riconosciuto dai massimi organismi internazionali tra cui l’OMS e l’Unione Europea.
Quest’ultima ha raccomandato a tutti gli stati membri di adottare un quadro comune e coerente di norme, basate sui limiti dell’ICNIRP, che garantiscono la piena protezione da tutti gli effetti accertati di danno alla salute.
In Italia è stata invece adottata una legge che, in nome del principio di precauzione, prevede ulteriori limiti da non superare in corrispondenza di luoghi abitati o intensamente frequentati. I decreti applicativi di questa legge hanno stabilito per questi limiti valori sensibilmente inferiori a quelli raccomandati internazionalmente.
I limiti attualmente in vigore sono fissati da un decreto emanato ai fini della protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati da sorgenti fisse operanti ad alta frequenza, comprendenti, ad esempio, gli impianti per telefonia mobile o per radiodiffusione televisiva o radiofonica.
In esso vengono fissati nell’ordine limiti di esposizione, valori di attenzione ed obiettivi di qualità:

  • per limite di esposizione si intende il valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato come valore di immissione, definito ai fini della tutela della salute da effetti acuti, che non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione […].
  • per valore di attenzione si intende il valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato come valore di immissione, che non deve essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate […] Esso costituisce misura di cautela ai fini della protezione da possibili effetti a lungo termine […].
  • per obiettivi di qualità si intendono i valori di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, definiti dallo Stato […], ai fini della progressiva minimizzazione dell’esposizione ai campi medesimi.

Tali valori sono da ritenersi non superabili all’aperto nelle aree intensamente frequentate, quali ad esempio strutture di carattere ricreativo:

Limiti di Esposizione
(f=frequenza)
Intensità di campo elettrico E (V/m) Intensità di campo magnetico H (A/m)
0,1 < f < 3 MHz 60 0,20
3 < f < 3000 MHz 20 0,05
3 < f < 3000 GHz 40 0,10
Valori di attenzione e obiettivi di qualità
(f = frequenza)
Intensità di campo elettrico E (V/m) Intensità di campo magnetico H (A/m)
0,1 MHz < f < 300 GHz 6 0,016
Come si nota percampi magnetici statici (f=0) non esiste alcun limite

Alcuni esempi per chiarire meglio le idee:

  • In casa il limite è di 6 V/m per il campo elettrico;
  • All’aperto, ove non sia prevista una permanenza prolungata delle persone, il limite varia tra 20 e 60 V/m, in funzione della frequenza delle emissioni elettromagnetiche;
  • A scuola il limite è di 6 V/m;
  • Nel giardino della propria abitazione il limite è 6 V/m;
Sono quelle dovute a scopi diagnostici o terapeutici e quelle dovute a ragioni professionali (i limiti non si applicano ai lavoratori per i quali valgono, invece, le considerazioni contenute in un decreto legislativo in cui viene recepita la direttiva comunitaria specifica).